Praticità, riduzione dei tempi di attesa e tutela, la telemedicina oggi non è più fantascienza.
La pandemia e le conseguenti esigenze emerse durante gli ultimi tre anni hanno dato una forte spinta all’utilizzo della tecnologia in ambito sanitario, facendo emergere nuove opportunità per la cura dei pazienti da remoto.
I dati
Guardando i dati post pandemia e gli investimenti attuali, la tendenza a un’assistenza medica da remoto è sempre più all’ordine del giorno. Secondo uno studio condotto dall’ Osservatorio del Politecnico di Milano, infatti, l’86% degli intervistati ha iniziato a usare la telemedicina per la prima volta dopo la pandemia, il 71% continuerà ad usarla e il 52% ne ha apprezzato l’efficacia in termini di riduzione di tempo di attesa. Dall’altro lato, il 59% del personale medico ha utilizzato soluzioni legate alla telemedicina anche per la pianificazione di appuntamenti con i pazienti. Recentemente, con il PNRR, è stato stanziato un investimento di 1 miliardo per la creazione di una Piattaforma Nazionale per i servizi di Telemedicina e finanziamento di progetti che consentano interazioni medico-paziente a distanza e le iniziative di ricerca ad hoc sulle tecnologie digitali in materia di sanità e assistenza.
I vantaggi
Il teleconsulto facilita e velocizza la comunicazione tra medico e paziente, cosa che spesso è ostacolata dalle lunghe liste di attesa. In diversi ambiti medici, e per i pazienti cronici con patologie che richiedono un supporto quotidiano, si viene quindi a creare una continuità assistenziale che, ovviamente, non può prescindere dalle visite in presenza, ma accompagna la persona in maniera costante lungo tutto il percorso di cura.
I servizi messi a disposizione dalla telemedicina sono svariati, si va dalla consulenza ostetrica per le neomamme, alla teleriabilitazione o le sedute psichiatriche e addirittura è possibile sottoporsi a esami diagnostici a domicilio a seguito di un consulto medico a distanza.
Gli ostacoli attuali
Più digitalizzazione e meno attese, i tempi in cui si trascorrevano pomeriggi seduti in sala d’attesa dal proprio medico curante sembrano lontani, ma c’è ancora qualcosa che sembra rallentare il processo di digitalizzazione. Per molte persone, in particolare quelle più anziane, collegarsi da remoto è impensabile e per questo, forse, servirebbe innanzitutto un supporto digitale per rendere accessibili questi servizi a tutta la popolazione. Dall’altra parte, gli stessi medici si trovano di fronte alla difficoltà di gestire il lavoro ordinario in concomitanza con i nuovi strumenti digitali per le consulenze da remoto. La praticità di utilizzo delle tecnologie è quindi tema centrale del futuro dell’assistenza sanitaria che, aggiunta al tema della privacy e della gestione dei dati, rallenta lo sviluppo della tecnologia.
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